Escursione a Punta Nasone lungo i Cognoli di Monte Somma
Punta Nasone (Monte Somma – 1132m slm) da San Sebastiano al Vesuvio lungo il sentiero n.3 del PNV
Appuntamento:
- ore 8:20 c/o VIP Lounge Bar in Via Marino Falconi (f.te Carabinieri/Vesuviolandia) – S.Sebastiano al Vesuvio (NA)
Accompagnatori e info:
- MONTELLA Salvatore
Dettagli Escursione:
-
- Quota: Via Panoramica Fellapane (320m) – Cognoli di Giacca (710m) – Cognoli di Trocchia (961m) – Cognoli di Sant’Anastasia (1086m) – Punta Nasone (1131m) – Stradello delle Baracche (800m) – Cognoli di Giacca (710m) – Via Panoramica Fellapane (320m)
-
- Dislivello: m 800
-
- Sviluppo: km 16
-
- Durata ore: 6/7 ore
-
- Difficoltà: itinerario EE
-
- Equipaggiamento: abbigliamento da montagna. Portare più ricambi.
-
- Attrezzatura: torcia elettrica, bastoncini telescopici (consigliabili), macchina fotografica, colazione al sacco.
-
- Acqua: non disponibile lungo il percorso. Rifornirsi prima della partenza con almeno 2L ciascuno.
-
- Mezzi di trasporto: auto proprie. Gli autisti sono pregati di mettere a disposizione posti per usare meno auto possibile.
-
- Carta dell’escursione: Parco Nazionale del Vesuvio 1:20.000.
- Note importanti e raccomandazioni:
-
- Tutti i rifiuti vanno portati a casa
- Gli organizzatori si riservano il diritto di modificare il percorso o di annullare l’escursione, in caso di condizioni meteo avverse
-
Descrizione:
Una volta radunati c/o il VIP Lounge Bar di Via Marino Falconi, proseguiremo con quante meno auto pissibile fino al termine di via Panoramica Fellapane, c/o la sbarra antistante l’insegna del ristorante “Il Capriccio” intorno ai 320 metri slm. Superata la sbarra ci inoltreremo attraverso il bosco Molaro lungo le pendici dell’antica caldera del Monte Somma, vincendo un dislivello di 400m, incrocerà la curva di livello dei 700 metri ed il sentiero n°3 del PNV, segnalato con dei paletti verdi. A quota 710, sui Cognoli di Giacca, si trova infatti un primo bivio, dove manteniamo la destra per incominciare la salita che con una prima elevazione ci condurrà, attraverso i Cognoli di Trocchia (961m slm) e quelli di S.Anastasia (1086m slm), fin sù verso il profilo d’indiano del Nasone (1132m slm) conosciuto dai locali come ” ‘O Ciglio”. Le tre balconate che incontreremo, mostreranno le due facce del nostro Vulcano, quella dell’anello urbanizzato che lo strozza e la Natura, che resiste, sostanzialmente ancora intatta, nella Valle dell’Inferno. Verso i 2,13 km a 967 m slm, il percorso incomincia a essere poco leggibile anche perché i segnavia verdi, nascosti dalla vegetazione, non sono sempre visibili oltre che privi di riferimenti. Ai 1.092 metri, dopo 2,72 km, inizia un tratto ripido e sdrucciolevole, anche in questo caso, oltre l’ovvia prudenza, sono necessari i bastoncini telescopici per un migliore equilibrio. Raggiunti i 1.107 m. prestare attenzione al ciglio a strapiombo e mantenere la sinistra costeggiando una frana, da qui il percorso scende ripidamente e bisogna prestare la dovuta attenzione prima di guadagnare nuovamente sulla destra il sentiero boschivo, immerso tra i castagni bardati di frondosi licheni. A quota 1.114, a fianco di una grande croce di ferro, incontriamo la piccola cappella della “Mamma Schiavona”. Lì, in questo grazioso luogo di pietas popolare, troverete custodito un libro di quota dove potrete apporre la vostra firma a suggello della vostra piccola grande impresa. Dopo esservi ristorati si segue lo stradello che da dietro l’edificio sacro conduce al punto più alto dell’itinerario, Punta Nasone. Da qui si potrà ammirare a meridione il Gran Cono, tutta la Valle dell’Inferno fino all’Atrio del Cavallo, intravedendo il Golfo. E il fiume di Lava del ’44, col suo tipico color grigio-argentato per la presenza dello Stereocaulon Vesuvianum. E alla nostra sinistra invece, tra i Cognoli e il Vesuvio si potrà scorgere anche un tratto di penisola Sorrentina. Questo sarà il nostro bivacco temporaneo. Nella discesa verso valle, in direzione nord, manteniamo la sinistra, evitando di scendere nel canalone scavato dalle acque piovane (che conduce comunque al sentiero e alla curva dl livello dei 700 metri ma è più pericoloso ed è preferibile seguire quello canonico opportunamente costruito dai devoti paranzari e questo soprattutto per tutelarlo e mantenerlo battuto). Il tragitto, dapprima ripido, degrada gradualmente in una serie di numerose curve che ne agevolano la percorrenza. A quota 792, sullo sbocco del sentiero appena percorso, sulla destra, ne parte un altro di connessione col sentiero n°2. Noi invece volgiamo alla nostra sinistra, verso sud/sud est e dopo 5,49 km di percorso totale, giungiamo finalmente sul piano, presso un’edicola votiva, sempre dedicata alla Madonna di Castello, e un paio di baracche. A questo punto ci separano dal termine dell’anello circa sei chilometri di facile percorso, dove solo la stanchezza e qualche albero caduto potranno rallentare la nostra tranquilla marcia nel bosco mesofilo (bosco umido) di castagni centenari abbarbicati su speroni rocciosi lavici e robinie e, con un po’ di fortuna e molta attenzione potremmo incontrare qualche volpacchiotto alle prime armi. Proseguendo si giunge ad un ponte di legno, oltrepassato il quale si osserva il sambuco nero. Nell’ultimo tratto del percorso si possono osservare opere di ingegneria naturalistica realizzate dall’Ente Parco tra il 1998 e il 2002. Il percorso ci riporta al bivio che dove abbiamo intrapreso l’ascesa ai Cognoli e di lì scenderemo, passando nei pressi dell’Osservatorio Vesuviano, e il sentiero n.8 detto del “Trenino a Cremagliera”, dove si suppone che un tempo salisse il trenino che dalla stazione Cook di Ercolano portasse i turisti alla fermata dell’Eremo e dell’Osservatorio, da dove poi partiva la celebre Funicolare, distrutta dall’ultima eruzione del 44. Al termine del sentiero sbucheremo di nuovo su Via Panoramica Fellapane che, dopo superata una piccola cappella a dx di una ex piccola fumarola, dopo poche centinaia di metri ci riporterà alle auto.
(Testo di C.Teodonno)