Il sentiero delle acque danzanti
Risalendo i torrenti verso le sorgenti del Tusciano
Appuntamento:
- ore 8.30 uscita Avellino Est (2° Uscita sulla Napoli – Canosa)
Accompagnatori e info:
- Raffaele Biello
- La partecipazione all’evento è subordinata al contatto diretto con l’accompagnatore.
Dettagli Escursione:
- Durata ore: 5 – 6 ore A/R
- Difficoltà: E
- Lunghezza del sentiero: 9 km A/R
- Dislivello: +/- 250 mt circa
- Equipaggiamento: abbigliamento da montagna (scarpe da trekking, ghette, vestirsi a strati, ricambi, etc)
- Attrezzatura: bastoncini telescopici (NECESSARI), scarpette da scoglio (NECESSARIE) fotografica
- Pranzo a sacco e acqua: acqua non disponibile lungo il percorso.
- Mezzi di trasporto: auto proprie
- Carta dell’escursione: Cartografia Parco Regionale dei Monti Picentini. Sentiero nr. 114a
- Note importanti e raccomandazioni:
- Tutti i rifiuti vanno portati a casa
- Gli organizzatori si riservano il diritto di modificare il percorso o di annullare l’escursione, in caso di condizioni meteo avverse
Descrizione:
Un’esperienza diversa. Un sentiero non lungo o con massacranti dislivelli altimetrici ciò nonostante non per tutti. Un sentiero per veri trekkers non per turisti svagati o neofiti ancora a digiuno delle norme fondamentali dell’escursionismo.
Il percorso inizia circa 2,5 chilometri dopo Acerno, al Ponte del Pinzarrino lungo la strada per Piano del Gaudo e Calabritto. Una recente strada sterrata consente di guadagnare la riva sinistra del torrente che guaderemo per una dozzina di volte lungo il primo km di percorrenza. Dopo circa 30-45 minuti arriveremo su una radura laddove sostituiremo le scarpette da scoglio con gli scarponi da trekking. Superato un reticolato in filo spinato ci inerpicheremo su un ripido sentiero che si inoltra in una meravigliosa faggeta. Dopo qualche paio di km si ridiscende al greto del fiume, per poi subito risalire onde evitare una seconda forra. Ci si può̀ affacciare su quest’ultima (adoperando la debita attenzione) da una sorta di promontorio a picco, per ammirare i riflessi argentei dell’acqua che spiccano nell’oscurità̀ del vallone. Si ridiscende quindi definitivamente nel letto fluviale, ripetutamente guadandolo da destra a sinistra e da sinistra a destra. I guadi e/o salti da un sasso all’altro offrono una qualche difficoltà, ma fanno parte del divertimento. Le pareti strapiombanti, il mormorio ed il luccichio delle acque, la ricchezza della vegetazione, gli alberi talora caduti, talora emergenti da qualche isolotto, compongono un ambiente unico e suggestivo.
Alla confluenza da destra del Vallone Cantaro, si stacca una bretella in leggera salita, in parte segnalata, che si riallaccia al sentiero 114B.
Dopo circa due ore dalla partenza si perviene ad una luminosa radura ove da destra confluisce, cascando da due terrazzi, un altro rivo, nascente dalla sorgente del Cantariello, situata più in alto. Qui è consigliabile la sosta, anche per godere della singolarità del sito. Il ritorno avverrà per la stessa strada.
ATTENZIONE SONO NECESSARIE: scarpette da scoglio, scarponi trekking e bastoncini trekking. Nello zaino va riposto un cambio completo (maglietta e pantaloni), spray deterrenti per insetti, qualche cerotto e gel di amuchina o disinfettante per graffi (diversi passaggi colmi di rovi di rosa canina). In auto un ulteriore cambio completo compreso di scarpe. Ribadisco che trattasi di un sentiero che necessita di discreto spirito di adattamento e di attenzione costante, immersi in un ambiente selvaggio e dimenticato. Inoltre, necessario informare il direttore di escursione circa eventuali allergie o problematiche sanitarie.