PUNTA NASONE lungo i COGNOLI DI MONTE SOMMA
Salita a Punta Nasone (Monte Somma – 1132m slm) da Contrada Osservatorio e lungo il sentiero n.3 del PNV
Appuntamento:
- ore 8:30 c/o slargo adiacente ingresso Museo Osservatorio/Hotel dell Eremo lungo la Provinciale per il Vesuvio
Accompagnatori e info:
- Salvatore Montella
Dettagli Escursione:
- Quota: Contrada Osservatorio (600m) – Lava del 44 – Sentiero delle Capre – Cognoli di Giacca (710m) – Cognoli di Trocchia (961m) – Cognoli di Sant’Anastasia (1086m) – Punta Nasone (1131m) – Stradello delle Baracche (800m) – Cognoli di Giacca (710m) – Contrada Osservatorio
- Dislivello: m. 550
- Sviluppo: km 14
- Durata ore: 6/7 ore
- Difficoltà: itinerario EE.
- Equipaggiamento: abbigliamento da montagna.
- Attrezzatura: torcia elettrica, bastoncini telescopici (consigliabili), macchina fotografica, colazione al sacco.
- Acqua: non disponibile lungo il percorso. Rifornirsi prima della partenza con almeno 2L ciascuno.
- Mezzi di trasporto: auto proprie. Gli autisti sono pregati di mettere a disposizione posti per usare meno auto possibile.
- Carta dell’escursione: Parco Nazionale del Vesuvio 1:20.000.
- Costo escursione:
- gratuita per tutti i soci iscritti a Primaurora, Napoli Trek Vesuvio e per tutti i soci FIE.
- Per i NON soci obbligatoria assicurazione giornaliera del costo di 5€
Descrizione:
L’appuntamento è alle ore 8:30 precise nello slargo adiacente l’ingresso del Museo dell Osservatorio Vesuviano/Hotel dell Eremo lungo la Provinciale di Ercolano per il Vesuvio. Da qui ci inoltreremo lungo il sentiero n.9 sulla Lava del 44 e risaliremo il fianco di Monte Somma fino ad incrociare il Sentiero delle Capre nel Bosco Molaro. Al termine di questa prima salita, si incrocerà la curva di livello dei 700 metri ed il sentiero n°3 del PNV, segnalato con dei paletti verdi, se non tutti bruciati nell incendio dello scorso luglio. Fino a poco tempo fa qui c era un cartello del parco che descriveva il percorso con tanto di cartina, cartello andato distrutto nell incendio di luglio. Da qui prenderemo il sentiero in salita al centro del trivio che si apre di fronte a noi a quota 710, sui Cognoli di Giacca, per incominciare la salita che con una prima elevazione ci condurrà, attraverso i Cognoli di Trocchia (961m slm) e quelli di S.Anastasia (1086m slm), fin sù verso il profilo d’indiano del Nasone (1132m slm) conosciuto dai locali come “ ‘O Ciglio”. Le tre balconate che incontreremo, mostreranno le due facce del nostro Vulcano, quella dell’anello urbanizzato che lo strozza e la Natura, che resiste, sostanzialmente ancora intatta, nella Valle dell’Inferno. Verso i 2,13 km a 967 m slm, il percorso incomincia a essere poco leggibile anche perché i segnavia verdi, nascosti dalla vegetazione, non sono sempre visibili oltre che privi di riferimenti. Ai 1.092 metri, dopo 2,72 km, inizia un tratto ripido e sdrucciolevole, anche in questo caso, oltre l’ovvia prudenza, sono necessari i bastoncini telescopici per un migliore equilibrio. Raggiunti i 1.107 m. prestare attenzione al ciglio a strapiombo e mantenere la sinistra, facendo molta attenzione al sentiero non sempre segnato, ad eccezion fatta di qualche segnavia e la linea di calpestio. Scendendo ai 1.098 e mantenendosi con attenzione a sinistra della cresta, ci si imbatte dopo poco, sulla destra, in una frana, molto pericolosa perché seminascosta e non segnalata, ad eccezion fatta dei nastrini di plastica bianco-rossi e una corda che ne annunciano l’imminenza. Ad ogni modo sarebbe opportuno aggirare l’ostacolo seguendo una scomoda ma più sicura bretella, anch’essa segnalata dai nastrini. Poco dopo il percorso scende ripidamente verso valle e bisogna prestare la dovuta attenzione prima di guadagnare nuovamente sulla destra il sentiero boschivo, immerso tra i castagni bardati di frondosi licheni. Purtroppo, a quota 1.084, dopo 3,60 km di percorso, prima di voltare a destra per l’ultima ascensione verso il Nasone, incontriamo i primi residui delle festività Sommesi (il Sabato dei Fuochi e il Tre della Croce). Purtroppo la passione dei cittadini di Somma Vesuviana non sempre corrisponde a un corretto senso civico e spirito naturalistico. La discarica, e non è un esagerazione l’uso del termine, accoglie gli escursionisti man mano che ci si avvicina alle baracche che annunciano la cima, ‘O Ciglio. A quota 1.114, a fianco di una grande croce di ferro, incontriamo la piccola cappella della “Mamma Schiavona”. Lì, in questo grazioso luogo di pietas popolare, troverete custodito un libro di quota dove potrete apporre la vostra firma a suggello della vostra piccola grande impresa. Dopo esservi ristorati si segue lo stradello che da dietro l’edificio sacro conduce al punto più alto dell’itinerario, Punta Nasone. Da qui si potrà ammirare a meridione il Gran Cono, tutta la Valle dell’Inferno fino all’Atrio del Cavallo, intravedendo il Golfo. E il fiume di Lava del ’44, prima di luglio col suo tipico color grigio-argentato per la presenza dello Stereocaulon Vesuvianum e oggi invece ridotto ad un fiume nero carbone. E alla nostra sinistra invece, tra i Cognoli e il Vesuvio si potrà scorgere anche un tratto di penisola Sorrentina. Questo sarà il nostro bivacco temporaneo. Nella discesa verso valle, in direzione nord, manteniamo la sinistra, evitando di scendere nel canalone scavato dalle acque piovane (che conduce comunque al sentiero e alla curva dl livello dei 700 metri ma è più pericoloso ed è preferibile seguire quello canonico opportunamente costruito dai devoti paranzari e questo soprattutto per tutelarlo e mantenerlo battuto). Il tragitto, dapprima ripido, degrada gradualmente in una serie di numerose curve che ne agevolano la percorrenza. A quota 792, sullo sbocco del sentiero appena percorso, sulla destra, ne parte un altro di connessione col sentiero n°2. Noi invece volgiamo alla nostra sinistra, verso sud/sud est e dopo 5,49 km di percorso totale, giungiamo finalmente sul piano, presso un’edicola votiva, sempre dedicata alla Madonna di Castello, e un paio di baracche ad uso festa e scampagnata, e anche in questo caso i rifiuti non mancheranno. Gradirei segnalare l’azione di quei Sommesi che salvaguardano il sentiero dalla parte del loro versante natio, così come il loro impegno a salvaguardare una tradizione che sfida l’avanzare dei tempi. Ciò nonostante, è da sottolineare anche l’altra faccia della medaglia, quella dell’inciviltà dimostrata a più riprese durante i festeggiamenti, recenti e passati. Cosa questa che vanifica l’operato dei cittadini più virtuosi e l’immagine di un luogo unico. A questo punto ci separano dal termine dell’anello circa sei chilometri di percorso ad ostacoli tra frane ed alberi caduti in quello che fino a pochi mesi fa era un rigoglioso bosco mesofilo (bosco umido) di castagni centenari abbarbicati su speroni rocciosi lavici. Proseguendo si giunge ad un ponte di legno, oltrepassato il quale si osserva il sambuco nero. Nell’ultimo tratto del percorso si possono osservare opere di ingegneria naturalistica realizzate dall’Ente Parco tra il 1998 e il 2002. Il percorso ci riporta al bivio che dove abbiamo intrapreso l’ascesa ai Cognoli e di lì scenderemo fino ad un certo punto nuovamente per il sentiero delle capre, che abbiamo percorso in salita all’andata, per poi prendere una deviazione oltre una transenna di legno che,
costeggiando in cresta un canalone, scenderà ripido sul fiume di lava del 44. Dopo aver ammirato il panorama mozzafiato di Napoli e del Golfo, imboccheremo il sentiero n.9 che dopo 700m arriverà in un picco slargo dove a sx si spunta sulla strada davanti l’Osservatorio Vesuviano, dove abbiamo lasciato le auto.
Si consigliano all’occasione, oltre all’equipaggiamento di rito per un trekking E All, anche abiti impermeabili (in caso di previsioni di pioggia) e una torcia frontale qualora ci si attardasse troppo (ci si muove comunque in un bosco) .
(Testo di C.Teodonno)
NB – Gli accompagnatori si riservano di modificare il percorso nel caso che, fino alla data dell’escursione, si dovessero verificare frane o caduta alberi che possano ostacolare il passaggio agli escursionisti e/o mettere a repentaglio la loro sicurezza.